Il crack delle banche – note storiche
Non sarà il pugno di ferro contro gli scioperi, né l’eliminazione di tutte le organizzazioni d’ispirazione socialista a far scricchiolare il governo Crispi. L’elemento decisivo sarà la sconfitta di Adua, nel 1896, fine della disastrosa avventura coloniale africana. Ma a minare la solidità del potere è soprattutto la profonda crisi morale che investe in maniera trasversale tutti i settori del parlamento. Il fallimento di alcune grandi banche, e lo scandalo che scoppia, mette a finalmente a nudo il circuito perverso che lega politica, mondo degli affari e istituti di credito.
Il caso più eclatante è quello della Banca Romana, ma lo scandalo investe anche gli altri istituti a cui il Regno ha concesso di stampare moneta per conto dello Stato. Soldi creati artificialmente per coprire speculazioni fallite, malversazioni e corruzione, finanziamenti illeciti a politici, abuso di potere. C’era tutto questo nella relazione dalla commissione governativa. Ma il procedimento penale venne archiviato senza alcuna condanna: i giudici, nella sentenza, denunciarono la sparizione dei documenti necessari a provare la colpevolezza degli imputati. Il tutto viene insabbiato dal parlamento unanime per “motivi di interesse nazionale”.