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Siam del popolo gli arditi – note storiche

Gli Arditi del Popolo nascono nell’estate del 1921. Sono quasi tutti reduci della Prima guerra mondiale, di appartenenza comunista o anarchica, che si riuniscono con l’obiettivo di opporsi alle squadre d’azione fasciste che giusto in quel periodo agivano contro le leghe socialiste nella campagne italiane. Il loro fondatore fu Argo Secondari, tenente della fanteria, anarchico come un altro dei primi Arditi del Popolo: Gino Lucetti. Lucetti tentò un attentato contro Benito Mussolini. A lui fu poi intitolato il battaglione partigiano Lucetti che agì durante la resistenza sui monti dell’alta Toscana (v. Dai monti di Sarzana).

Siam del popolo gli Arditi è successivo all’esistenza delle formazioni comuniste e anarchiche degli Arditi del Popolo. Il canto risale infatti al 1973 ed è stato scritto da Leoncarlo Settimelli per lo spettacolo “1921: Arditi del popolo”

Degli anni ’20 sono invece altri canti delle formazioni degli Arditi del Popolo, quasi tutti su arie già note, militari o fasciste. Il canto più noto è Figli dell’officina. Noi qui riportiamo i canti meno conosciuti.

Dal libro Arditi del Popolo – Argo Secondari e la prima formazione antifascista (1917-1922) – Eros Francescangeli – ed. Odradek – pagg 247-250:

I figli di Spartaco. Inno degli Arditi rossi (1920, autore Spartacus Picenus – R.M. Offidani, da cantarsi sull’aria dell’Inno di Oberdan, pubblicato in L’ardito rosso 16 dicembre 1920)

Noi siamo dei figli di Spartaco
l’insorta indomabile schiera
Ci guida la Rossa Bandiera
E noi vogliamo la libertà
Conquistiam la libertà
con le bombe e coi pugnal!

Il nome glorioso di Spartaco
gli schiavi trasforma in eroi
O Spartaco, noi siam figli tuoi!
E noi vogliamo la libertà…

Giuriamo sul sangue di Spartaco
feroce implacabile guerra
ai boia di tutta la terra!
E noi vogliamo la libertà…

Chi pugna nel nome di Spartaco
non teme mitraglia e prigione!
Vogliamo la Rivoluzione
E noi vogliamo la libertà…

Di mille legioni di martiri
di mille vergogne e dolori
noi siamo i vendicatori
E noi vogliamo la libertà…

Al vil pescecane insaziabile
piantiamo con truce furore
un lungo pugnale nel cuore
E noi vogliamo la libertà…

Schiacciamo del grasso borghese
la sozza carogna fetente
rendiamogli dente per dente
E noi vogliamo la libertà…

A mille i soldati di Spartaco
son spenti dal bianco terrore
divampi il rosso furore
E noi vogliamo la libertà…

Inno degli Arditi del Popolo (1921, autore anonimo, da cantarsi sull’aria di Giovinezza, pubblicato su L’Ardito del Popolo, 2 settembre 1921)

Se noi fummo nella guerra
tra i più saldi difensori
se strappammo gloria e onori
a un nemico battagliero
se tranquilli ci esponemmo
contro il fuoco del nemico
il valore nostro antico
oggi e sempre mostrerem

Questa eterna giovinezza
si rinnova nella fede
per un popolo che chiede
uguaglianza e libertà

Nelle cave, nei cantieri,
fra il sogghigno della morte
tutto il popolo più forte
a noi volge il suo pensiero
Siamo nati nel lavoro
noi del popolo siam figli
nelle lotte, nei perigli
è con noi giustizia e amor

Questa eterna giovinezza…

Siamo arditi della gloria
coraggiosi e battaglieri
sempre pronti, sempre fieri
contro tutti gli oppressori
Rintuzziamo la violenza
del fascismo mercenario
tutti in armi! sul calvario
dell’umana redenzion

Questa eterna giovinezza…

Inno degli Arditi del Popolo (1921, autore anonimo, da cantarsi sull’aria dell’inno degli Arditi Fiamme Nere. Copia trasmessa dal prefetto di Pisa alla direzione generale di Pubblica Sicurezza il 2 ottobre 1921)

Dalle vecchie barricate
che fiammeggiano le idee
son risorte le trincee
per la nuova libertà

Siam del popolo
invitte schiere
c’hanno sul bavero le fiamme nere
ci muove un impeto
che è sacro e forte
morte alla morte
morte al dolor!

Non vogliamo più assassini
non vogliamo più briganti
Come un dì gridiamo: Avanti!
Sempre il grido echeggerà.

Fra l’oppresso e l’oppressore
c’è un pugnale arrugginito
ma il coraggio dell’Ardito
quella lama spezzerà

Siam del popolo…

Sulle strade insanguinate
da chi cade e da chi muore
schiacceremo il traditore
lo giuriamo: Eccoci qua!

Difendiamo l’operaio
dagli oltraggi e le disfatte
che l’Ardito oggi combatte
per l’altrui felicità!

Siam del popolo…

Arditi del Popolo: A noi! (1921, autore anonimo, da cantarsi sull’aria di Giovinezza, pubblicato in Eco dei Soviet, Venezia, n.21-22, 1921)

Or ci dicon che la pace
è voluta dai fascisti
mentre l’arditismo tace
dagli sgherri siam malvisti

ci vorrebbero accoppare
con le bombe e coi bastoni
sono peggio dei borboni
dei briganti ed assassini

Giovinezza giovinezza
primavera di bellezza
il delitto e la violenza
tosto o tardi finiran

E noi che abbiamo del buon senso
la vogliamo terminare
senza paga né compenso
li dobbiamo sterminare

se il governo vuol la pace
noi darem la soluzione
siam leoni dal cuore audace
e la morte non temiam!

Giovinezza giovinezza…

In Italia non vogliamo
delinquenti ed assassini
non seguaci di Nerone
del nefando Mussolini

colle braccia spezzeremo
le catene dei tiranni
siamo giovani, abbiam vent’anni
vogliam giustizia ed equità

Giovinezza giovinezza…

E’ finita la cuccagna
dei briganti mercenari
perché adesso non se magna
col denaro degli agrari

è finita anche per loro
che vorrebbero gli schiavi
lavoratori gridiam in coro:
Vogliam lavoro e libertà!

Giovinezza giovinezza…

Fascisti e agrari son canaglia
ma ben presto finiranno
questi al Ponte della Paglia
quei coi pazzi di Mogliano

altrimenti sorte loro
sarà quella della morte
mentre noi gridiamo in coro:
in Italia c’è un LENIN!

Giovinezza giovinezza…



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